La lingua poetica dell'italiano "classico" (dal Petrarca fino al secondo Ottocento) ha mantenuto una fisionomia specifica e un'eccezionale stabilità, tanto da configurare - come scriveva alla fine del Cinquecento Leonardo Salviat ...
La lingua poetica dell'italiano "classico" (dal Petrarca fino al secondo Ottocento) ha mantenuto una fisionomia specifica e un'eccezionale stabilità, tanto da configurare - come scriveva alla fine del Cinquecento Leonardo Salviati - "quasi un altro idioma diverso dalla prosa". L'autore ne disegna in questo volume un profilo linguistico particolareggiato, fondandosi su strumenti tradizionali (dizionari storici, trattati grammaticali e retorici) ed elettronici (CD di testi letterari, oltre che su ampi spogli personali). La parte teorica e descrittiva è integrata da un'ampia antologia che passa in rassegna, commentandole fittamente dal punto di vista linguistico, stilistico e metrico, trenta poesie dislocate dal XIII secolo (Giacomo da Lentini) al XIX (Carducci). Accanto ai poeti della grande tradizione letteraria è stato dato un certo spazio a forme marginali di versificazione, come la librettistica, la poesia estemporanea, la poesia per l'infanzia, la musica leggera. Anche in questi rivoli si coglie la grande compattezza grammaticale di un edificio linguistico eretto nel Trecento, consolidato nel Cinquecento e definitivamente sgretolatesi solo nel pieno Novecento.
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